– L’unico intervento sono le terapie contro i sintomi, quindi paracetamolo per la febbre e FANS per i dolori muscolo-scheletrici, oltre al monitoraggio della saturazione. I monoclonali possono essere considerati nelle prime fasi di infezione sintomatica per pazienti fragili o ad alto rischio (diabetici, cardiopatici, persone molto anziane) nella gestione domiciliare –spiega Gianluca Trifirò, Professore Ordinario di Farmacologia dell’Università di Verona in una intervista pubblicata sul Corriere della sera qualche giorno fa, l’8 luglio, sulle cure per il Covid-19.

Sono proprio articoli come questo che fanno arrabbiare una parte della categoria medica, quella che durante quest’ultimo anno e mezzo di pandemia ha raccolto dati ed evidenze scientifiche tali da poter affermare che ci sono altre cure per il Covid.

– La Medicina si fonda sulle prove di efficacia ed in particolare sugli studi clinici randomizzati in doppio cieco (RCT) ed anche, seppur meno validi, negli studi osservazionali: molte molecole si sono rivelate utili nella covid 19 sia nella diminuzione della mortalità che nella riduzione della ospedalizzazione e nei ricoveri in terapia intensiva – spiega il dottor Fabio Burigana, medico specializzato in gastroenterologia ed endoscopia digestiva e Responsabile della formazione medico scientifica dei medici di IppocrateOrg – l’articolo, effettivamente, fa un breve cenno agli anticoagulanti ed ai cortisonici ma non nomina minimamente molecole molto ben gestibili di efficacia dimostrata come: bromexina, budenoside, colchicina, ASA, in particolare non nomina l’ivermectina. Questi farmaci sono tanto più utili quanto più precocemente vengono somministrati. In particolare, l’ivermectina ha dimostrato su migliaia di pazienti valutati con RCT la sua capacità di diminuire la mortalità attorno al 70 % con effetti collaterali importanti pressoché assenti

Le molecole di cui parla Burigana sono farmaci di normale uso, qualcuno necessita di ricetta mentre altre sono di libera vendita. ASA, ad esempio, è aspirina bromexina, cioè un banale mucolitico che blocca il virus! E aggiunge – mi sono limitato a parlare dei farmaci lasciando fuori integratori e tutto quello che può migliorare l’immunità innata (dieta, microbiota), attenendomi ai canoni stretti delle prove di efficacia più accreditate per la medicina convenzionale –

Allora perché queste notizie non vengono divulgate? Perché non se ne parla?

Un occhio attento però noterà nell’ultimo paragrafo la marchetta ad alcune case farmaceutiche.

Sta a noi cittadini decidere chi ascoltare, andare al di là di ogni censura e trovare le notizie vere.

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Claudia Baldini

Consulente comunicazione - Proprietaria e direttore di testata giornalistica indipendente "L'Arte del comunicare" - P.R. - Speaker - Formatrice