L’equilibrio del sistema immunitario è strettamente correlato all’equilibrio generale del microbiota. 

Ne ho parlato con il dottor Fabio Burigana, gastroenterologo e direttore scientifico di IppocrateOrg, il quale ha cercato di fare un’esposizione semplice e comprensibile anche per chi, di queste cose, ne sa poco o nulla.

I concetti che ha ritenuto indispensabili passarci sono i seguenti:

  1. Il microbiota è un organo
  2. il microbiota è un ecosistema
  3. non esistono batteri buoni e batteri cattivi
  4. i batteri si strutturano in phylum, genere, specie e ceppo, gram-positivi e gram-negativi
  5. i batteri sono alla base dei nostri processi metabolici

Normalmente la microbiologia si studia per conoscere i batteri cattivi e trovare il modo migliore per eliminarli; infatti, quando si studiano i batteri, quasi contemporaneamente si studiano le malattie e gli antibiotici. Tutta la parte di infettivologia studia la correlazione tra  malattie,  batteri e  virus. 

L’insieme di tutti i batteri del nostro organismo prende il nome di microbiota o microbioma. Di fatto, è un organo indispensabile per il normale sviluppo del nostro organismo, in particolare, per il normale sviluppo del sistema immunitario.

Questo organo è soprattutto presente a livello dell’apparato digerente ma è anche nella pelle, nelle vie respiratorie, a livello ginecologico, fondamentale per la vita. È un organo molto particolare perché mentre tutti gli altri si formano durante l’embriogenesi e l’organogenesi, il microbiota intestinale si forma nel momento della nascita

Il microbiota per funzionare al massimo deve avere alla base un parto eutocico e l’allattamento materno.

Nel periodo della gravidanza, la mamma cambia completamente il proprio microbiota e lo trasforma in ciò di cui il bambino ha bisogno. Al momento della nascita, il bambino tocca con la bocca le pareti vaginali e introduce i suoi batteri. È in questo momento si forma il microbiota intestinale

Nel caso del parto cesareo, ciò non avviene, ma c’è una importantissima possibilità di recupero attraverso l’allattamento materno. Infatti, nel latte materno e attraverso le vie linfatiche, i batteri intestinali finiscono nel latte e la mamma darà al bambino il microbiota.
Il microbiota che si forma, invece di prendere i batteri più utili, natura ha fatto sì che li avesse la mamma per poterli dare al bambino, vengono presi dall’ambiente. Anche se l’organismo ha mille capacità di compensazione, l’organo che si forma sarà imperfetto e il sistema immunitario risulterà più debole, con una maggior facilità per le malattie allergiche e probabilmente anche per quelle autoimmuni.

Il bambino è reso più fragile anche dall’utilizzo di farmaci, in particolare degli antibiotici. Nei bambini piccoli, un antibiotico usato anche a bassi dosaggi, lede il microbiota che poi va recuperato attraverso la dieta con cibi che favoriscono un normale microbiota (ad esempio le fibre e i cibi fermentati). Uno degli alimenti più importanti per le nostre cellule epiteliali è l’acido butirrico che, come tutti gli acidi grassi a catena corta, viene prodotto dai batteri intestinali.

I motivi per cui l’ecosistema non funziona sono: un cattivo stile di vita e una sbagliata alimentazione. Quando siamo in presenza di sintomi gastrointestinali di una certa importanza, una tendenza ad avere delle malattie ripetute, o disturbi apparentemente di tutt’altro tipo come quelli psichici, significa che l’ecosistema intestinale non è in equilibrio.

Il microbiota (intestinale, vaginale, della bocca e cutaneo) può essere studiato con degli esami che valutano il suo DNA, ossia il microbioma. Il primo dato importante che si rileva da questi studi è quello della ecodiversità, cioè i diversi Phylum.

I Phylum del microbiota che si trovano più frequentemente nell’adulto sono i Firmicutes (gram-positivi) e i Bacteroides (gram-negativi). Ogni Phylum ha in sé un genere, una specie e un ceppo. Per vedere la biodiversità del microbiota si analizza quant’è la percentuale dei Firmicutes e di che genere e specie sono.  

I bifidus sono i batteri più importanti per evitare che ci siano nel nostro organismo dei batteri cattivi. Sono i batteri fondamentali. Un altro gruppo di batteri invece potenzialmente aggressivi, sono i proteobatteri. Tra questi troviamo l’Escherichia coli e la Shigella, batteri che cattivi ma che ci difendono dalle aggressioni esterne.

Il microbiota del neonato è completamente diverso da quello dell’adulto: ha una percentuale altissima di proteobatteri (circa il 20/30%) utili a proteggere un sistema immunitario non ancora completato dalle aggressioni esterne. 

L’esame del DNA non è da fare subito. Già con l’anamnesi e le valutazioni della dieta, con i probiotici e con l’uso dei cibi fermentati si può ristabilire l’equilibrio del microbiota.

Nelle malattie croniche neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson prima di arrivare all’atrofia dell’encefalo, si ha uno stato di lieve infiammazione encefalica che brucia le cellule del sistema limbico in particolari zone dell’encefalo. Il microbiota intestinale è uno degli elementi importanti nello stato di infiammazione cronica silente.

Tutti i batteri (phylum, genere, specie e ceppo) si dividono in gram-positivi e gram-negativi. Questi ultimi hanno una parete cellulare fatta da lipopolisaccaridi (pezzi della membrana dei gram-negativi) che hanno delle grandi capacità infiammatorie. Quando i lipopolisaccaridi muoiono, possono avvenire due cose: o restano all’interno della mucosa intestinale creando un’infiammazione della mucosa intestinale (coliti) oppure passano oltre la mucosa intestinale e sgocciolano nel sangue. La leaky gut syndrome è il gocciolamento dei lipopolisaccaridi nel torrente ematico e può creare infiammazione in diverse parti del corpo: fegato, articolazioni, cute eccetera fino ad arrivare al cervello, creando così una lieve infiammazione cronica silente.

È chiaro che non è l’unica causa; ci sono cause più specifiche in relazione alla situazione neuronale e a mille altri fattori, ma si sa con certezza che uno dei fattori è dato anche da questa infiammazione cronica silente legata a una particolare situazione del microbiota intestinale.

C’è sicuramente un rapporto tra microbiota intestinale, malattie infiammatorie e malattie cronico-degenerative. Probabilmente lavorando in fase precoce sul microbiota intestinale si può far prevenzione delle malattie cronico-degenerative.

Qui, i video di IppocrateOrg per l’Arte del comunicare.

Claudia Baldini

Consulente comunicazione - Proprietaria e direttore di testata giornalistica indipendente "L'Arte del comunicare" - P.R. - Speaker - Formatrice