Gli anziani sono una delle categorie che ha sofferto di più questo periodo di pandemia, sia perché sono stati quelli maggiormente colpiti dal Covid 19, ma anche perché chi tra loro non ha affrontato il virus sulla propria pelle, ha dovuto comunque fare i conti con difficoltà organizzative ed emotive. Quando parliamo di anziani ci riferiamo ai nostri nonni, a quelle persone che ci hanno visto crescere e che noi abbiamo visto invecchiare. Le stesse persone che un tempo erano considerate sagge e importanti proprio per l’esperienza di vita che portavano con sé e di cui la l’intera comunità si faceva carico. Oggi è tutto più complicato. Avere un anziano in casa o, ancor peggio, che vive solo ma che ha bisogno di cure, mette la famiglia in condizione di dover trovare delle soluzioni.

– Cosa faccio? Lascio il lavoro e me ne occupo io? Prendo una badante? Lo mettiamo in casa di riposo? –

Talvolta sono proprio gli anziani che scelgono di andare in una casa di riposo, perché si rendono conto dei bisogni che hanno e non vogliono aggravare la situazione familiare dei figli.

Sebbene siano chiamate case di riposo, di domestico e familiare c’è ben poco, così com’è difficile ritrovarci il clima intimo della propria casa. Le case di riposo sono delle organizzazioni vere e proprie, spesso grandi strutture ospedalizzate.

Alla fine, che si tratti di una scelta o di un’imposizione, l’anziano si sente strappato dal focolare domestico, dal suo nucleo e dagli affetti, dalle abitudini quotidiane, sentendosi sradicato e smarrito. In questa condizione di fragilità si affida alle persone che lo accolgono, cercando di abituarsi alle regole dell’organizzazione e alla condivisione degli spazi con persone che non conosce e che non ha scelto.

È un momento delicato per la vita dell’anziano, in cui il ruolo degli operatori, la loro competenza, la capacità di accogliere, di valorizzare le persone e di continuare a stimolarle affinché non cadano nel rischio di rinunciare a vivere, acquisiscono grande valore. Si parla di una cura autentica che mira al benessere della persona e a far sì che il tempo ancora a sua disposizione sia denso di significato.

– Da un anno non si può accedere con tranquillità alle case di riposo e questa è la parte più dolorosa per anziani e famigliari che non hanno la possibilità di incontrarsi, toccarsi, abbracciarsi, di vivere quella relazione fisica che fa sentire all’altro l’amore – racconta Laura Bricola, responsabile di “un sorriso in più”, associazione che ha lo scopo di non lasciare nessun anziano senza un sorriso – I familiari devono avere tanta fiducia negli operatori a cui hanno affidato le persone che amano. Gli anziani che hanno un enorme desiderio di rivedere i nipotini e partecipare ancora alla vita della famiglia, hanno dovuto necessariamente fare un salto dal punto di vista tecnologico e abituarsi alle videochiamate per riuscire a comunicare con i propri cari. –

Quello che manca di più in questo lungo periodo di pandemia è il contatto fisico. L’organizzazione all’interno delle strutture è stata completamente stravolta, le attività di gruppo sono state del tutto annullate e gli anziani sono stati reclusi per alcuni periodi nel loro reparto o addirittura nelle proprie camere; questo forte isolamento ha aggravato il rischio di lasciarsi andare. Ci sono state ricadute non solo dal punto di vista psicologico ed emotivo, ma addirittura sullo stato di salute generale. Gli operatori hanno dovuto fare ancora di più e con ancora maggior impegno, passione e amore, il loro dovere quotidiano per accudire gli anziani e andare a colmare questa grande sensazione di solitudine.

Gli anziani si trovano spesso a dover fare i conti con un fenomeno molto spiacevole: la perdita del proprio ruolo sociale all’interno della società. – Il pensionamento fa uscire dal proprio ruolo sociale attivo – dice la Bricola – In casa di riposo poi, ci sono momenti in cui ti senti perso, non hai più i tuoi riferimenti e ti rendi conto che nessuno ti riconosce la persona che sei, la tua identità. E questo è veramente doloroso. Quello che facciamo noi volontari è di permettergli di riaffermarsi. Quando l’anziano si apre, ti racconta la sua storia; molto spesso va a rimarcare quei momenti in cui si è sentito capace e in cui lui stesso riconosce il suo valore. Noi viviamo questa esperienza come un grande arricchimento, perché ci troviamo davanti delle persone talmente ricche, da cui apprendere insegnamenti e imparare ad essere d’animo nobile. Fare volontariato con gli anziani è un grande privilegio. –

L’Associazione “un sorriso in più” nel 2018 ha realizzato un nuovo progetto che si chiama “Nipoti di Babbo Natale” e grazie a questo sono nati dei momenti d’incontro veramente molto particolari e belli tra nonni e nipoti adottivi. Sul sito www.nipotidibabbonatale.it è attivo un database che fa incontrare i desideri espressi dagli anziani nelle case di riposo con potenziali nipoti che vogliono esaudirli.

Dona il tuo 5 per mille a Un Sorriso in Più onlus: Vivi la gioia di prenderti cura degli anziani e dei bambini più soli, quelli che soffrono maggiormente gli effetti dell’isolamento in questo periodo di emergenza sanitaria. Indica il nostro codice fiscale 95077860138 nella tua dichiarazione dei redditi. La tua firma è importante e preziosa per gli anziani e i bambini soli e a te non costa nulla! Da oltre 15 anni ci prendiamo cura degli anziani soli nelle case di riposo, in ospedale e a domicilio e dei bambini allontanati dalle famiglie ospiti in comunità educative comasche. In questo particolare momento, la presenza dei nostri 170 volontari nelle loro vite è ancora più preziosa! I volontari, grazie alla formazione e al costante sostegno, sono in grado di occuparsi delle persone che vengono loro affidate, valorizzando l’unicità dell’altro, mentre esprimono il meglio di sé. Scegliendo di donare il tuo 5×1000 a Un Sorriso in Più diventi parte di Nipoti di Babbo Natale, il progetto che rende felici gli anziani di tutta Italia e che quest’anno sarà ancora più importante! Grazie al progetto Nipoti di Babbo Natale tutti possono realizzare il sogno di un anziano che vive in casa di riposo: un piccolo gesto che si trasforma in qualcosa di magico. Scopri di più su www.nipotidibabbonatale.it

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Claudia Baldini

Consulente comunicazione - Proprietaria e direttore di testata giornalistica indipendente "L'Arte del comunicare" - P.R. - Speaker - Formatrice