Un precedente articolo aveva anticipato un confronto, in progress, tra tassi non aggiustati (per 100.000) di morti da COVID-19 in popolazione vaccinata (≥3 dosi) e non vaccinata, che vedeva in 10 settimane ridursi di quasi 6 volte il vantaggio iniziale dei vaccinati con dose di richiamo nella mortalità a 60 giorni,[1] pur con una battuta d’arresto nelle settimane 11 e 12. Purtroppo, tale monitoraggio non potrà proseguire perché, dopo la Settimana 13 (che ha visto un minimo segnale di ripresa nella riduzione del gap), la UK Security Agency ha annunciato che non pubblicherà più tali dati comparativi a partire dalla settimana 14, adducendo motivi molto discutibili.[2]

Il disappunto è forte, anche perché i dati della stessa tabella mostravano l’esplosione dei casi positivi al virus tra i vaccinati. Il confronto era partito con un modico vantaggio dei vaccinati con due dosi (verso i non vaccinati) nella Settimana 36 del 2021, per arrivare quasi al doppio di casi positivi tra i vaccinati nella Settimana 2/2022, quando l’UK Agency ha cambiato i termini del confronto, limitandolo solo ai vaccinati con almeno 3 dosi verso non vaccinati. Ma anche così la parziale frenata è durata pochissimo, come mostra la progressione impressionante già documentata,[1] arrivata nella Settimana 13/2022 a 3,15 volte più casi positivi tra i vaccinati con ≥3 dosi.[3]

Se i migliori dati comparativi sugli adulti non sono più accessibili, sono emerse tuttavia importanti novità riguardo ai bambini di 5-11 anni. Per loro è verosimile che la dose vaccinale ridotta (per limitare le reazioni avverse vaccinali, per altro non trascurabili)[4] e la dominanza della variante Omicron abbiano accelerato il declino di protezione che era già evidente a medio termine negli adulti.

Un primo allarmante segnale è venuto da uno studio nello Stato di New York,[5] come mostra la slide che adatta la Figura 2 del testo originale.

Risultati simili emergono anche dai Rapporti ISS, dove, nella settimana del 16 marzo 2022,[6] i bambini di 5-11 anni vaccinati con due dosi mostravano percentuali di casi positivi significativamente minori rispetto ai non vaccinati: RR 0,908, P<0,0001, per passare già nella settimana del 23 marzo a un eccesso del 10% di casi tra i vaccinati a ciclo completo: RR 1,100.
Il 30 marzo l’eccesso è diventato del 19%: RR 1,191; il 6 aprile è salito al 21,6%: RR 1,216; il 13 aprile è progredito al 23%: RR 1,234,[7] per salire il 20 aprile al 25%: RR 1,252; e infine il 27 aprile al 29%: RR 1,289. Tutte le differenze rispetto ai non vaccinati sono altamente significative (P<0,0001), dati i numeri elevatissimi di casi nelle popolazioni considerate.

Purtroppo, tale progressione non è tuttora formalmente riconosciuta nella narrazione ufficiale istituzionale, né in quella delle associazioni professionali pediatriche, che non hanno smentito le originarie dichiarazioni su una riduzione delle infezioni grazie ai vaccini, di cui avrebbero beneficiato familiari fragili e nonni, compagni di scuola e l’intera comunità. In realtà quanto emerge dai dati è l’opposto e la tutela degli altri e della comunità sembra invece un argomento per chiedere un’urgente moratoria delle vaccinazioni pediatriche.

Gli argomenti a favore delle campagne vaccinali pediatriche su cui sembrano attestate le relative associazioni professionali (minimizzando i sintomi vaccinali rispetto ai report di sorveglianza attiva)[4] riguardano anche l’interesse complessivo a breve termine dei bambini e dei ragazzi.[8] Infatti la vaccinazione riduce “i disagi/aumenta la libertà per i bambini e le loro famiglie”, e soprattutto è “capace di prevenire casi severi, sia pur rari, dovuti al virus o alle sue complicanze infiammatorie”.

Il primo argomento, riduzione di disagi/aumento di libertà, sembra farisaico: da associazioni professionali che si qualificano come scientifiche sarebbe lecito attendersi un’azione energica per far cessare restrizioni prive di senso alla luce dei dati scientifici aggiornati sopra riportati, a meno di non ipotizzare rivaccinazioni mensili nella speranza di mantenere il bambino nel mese di “luna di miele”, in cui il vaccino mostra ancora un effetto protettivo verso l’infezione da Omicron.

Ma anche l’argomento principale, la prevenzione dei casi severi, non ha più fondamento scientifico a livello di popolazione. Al contrario, come mostrano i grafici prodotti utilizzando i dati trasmessi ogni giorno dall’ISS,[9] riferiti a persone positive al Sars-Cov-2 con tamponi antigenici o molecolari, i casi definiti severi sono aumentati tra i bambini e gli adolescenti di entrambi i sessi poco dopo l’inizio delle relative campagne vaccinali nazionali. Tali associazioni con picchi di casi severi, riproposte per sei volte sempre nella stessa direzione,[10] sono esemplificate per i bambini 5-11 anni e le adolescenti 10-19 nelle due slide qui riprodotte.

In base ai nuovi dati qui esposti, e ad altri coerenti di altri paesi, riceve supporto l’ipotesi che questi vaccini possano ridurre nel tempo la funzionalità del sistema immunitario.

Non rassicura in proposito la prospettiva di una quarta dose in autunno, di cui ormai parlano apertamente Ministero della Salute e AIFA, anche con argomenti francamente inaccettabili quando la invocano a tutela della salute pubblica (unica giustificazione costituzionale per legittimare obblighi di legge).  In proposito, i più famosi ricercatori israeliani ormai ammettono che

“… a confronto con lo svanire dimostrato in precedenza dell’efficacia relativa di 3 dosi a confronto di 2 dosi nel mondo reale, che inizia circa tre mesi dopo l’inoculazione, sembra che  l’efficacia pratica della 4a dose svanisca più presto, in modo simile al fatto che la 3a dose svanisce prima della 2a dose.”[11][12]          La slide qui riportata, con l’aggiunta di alcune evidenziazioni, tratta da una grande ricerca israeliana,[13] illustra bene il concetto della protezione dall’infezione che svanisce in modo sempre più veloce (benché quello da casi gravi a 6 settimane non abbia accennato a scendere).

    1. No Grazie | Che peso hanno avuto finora i vaccini antiCovid-19 nel prevenire i decessi complessivi in Italia?
    2. 2022_03_20_RSS_Gruppo_studio Info-VaxEB.pdf – Google Drive (v. slide 48-49)
    3. COVID-19 vaccine surveillance report – week 13 (publishing.service.gov.uk) (v. Table 14)
    4. COVID-19 Vaccine Safety in Children Aged 5–11 Years — United States, November 3–December 19, 2021 | MMWR (cdc.gov) (v. Table 3)
    5. Effectiveness of the BNT162b2 vaccine among children 5-11 and 12-17 years in New York after the Emergence of the Omicron Variant (medrxiv.org) (v. Figure 2)
    6. Epidemia COVID-19 (iss.it) (Tab. 4A)
    7. Epidemia COVID-19 (iss.it) (Tab. 4A)
    8. Doc-vaccinazione-covid.pdf (sip.it), approvato da: Società Italiana di Pediatria, Federazione Italiana Medici Pediatri, Associazione Culturale Pediatri e dalla Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni di Area Pediatrica; che sarà periodicamente aggiornato in base ai dati disponibili dalle ricerche effettuate in Italia e in campo internazionale.
    9. https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/open-data/covid_19-iss.xlsx
    10. 2022_03_20_RSS_Gruppo_studio Info-VaxEB.pdf – Google Drive (per la serie sull’aumento dei casi severi nella comunità dopo l’avvio delle campagne vaccinali, v. slide 72-76)
    11. https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.02.25.22271494v1
    12. https://doi.org/10.1101/2022.03.24.22272835
    13. Protection by a Fourth Dose of BNT162b2 against Omicron in Israel | NEJM