Fra i pochi a dare la notizia in tono critico è stato l’Antidiplomatico contattato via mail dalle richieste di aiuto di genitori e cittadini di Procida. Motivo? La quarantena dei bambini dell’istituto comprensivo Capraro e dei loro maestri. Circa 800 persone sane agli “arresti domiciliari” fino al 22 dicembre a seguito di alcuni casi positivi (una ventina) fra i 5 e gli 11 anni riscontrati nell’istituto. La chiusura dell’intera scuola, infatti, è la conseguenza della “quarantena generalizzata” (poi in parte ritrattata) disposta dalla Asl Napoli 2 Nord, andando oltre le disposizioni ministeriali che limitano l’isolamento forzato solo ai positivi ed ai contatti diretti e accertati: “In considerazione di… numerosi focolai e di numerose classi in quarantena … si dispone la quarantena domiciliare fino al 22/12/2021 di tutte le classi dell’istituto.”
Ma perché chiudere a casa tutti gli scolari, se solo alcuni tra questi sono risultati positivi? Per la “… riscontrata frequente tendenza, nella popolazione in età scolare, ad incontri per varie attività extrascolastiche”, motiva la ASL. Insomma, poiché i giovanissimi si frequentano anche fuori dalla scuola, per evitare ogni rischio di contagio, si decide di isolarli ognuno a casa propria. Questo il succo di un provvedimento che – anche se in parte revocato – non è passato inosservato per la sua “arbitrarietà” sotto il profilo sanitario, costituzionale e sociale, che crea un pericoloso precedente: quello di un provvedimento adottato in un crescendo di “potere assoluto” giustificato con il protrarsi (ingiustificato) dello “stato di emergenza”.
“È impressionante come la paura diffusa a piene mani continui a ispirare decisioni amministrative senza il minimo razionale scientifico”, commenta Alberto Contri, esperto in comunicazione, citando il direttore dell’Oxford Vaccine Group, Sir Andrew Pollard: “I bambini che si contagiano restano in massima parte asintomatici, e nel caso si ammalino, raramente sono colpiti da una forma grave. Senza contare che acquisiscono una preziosa immunità naturale, molto più persistente di quella da vaccino“.
A protestare per primo contro la Asl è il sindaco di Procida, che in estate ha vantato il primato di “isola covid free”. Ma dalle sue parole si evince che questi provvedimenti restrittivi sono stati varati in concomitanza con la prossima campagna vaccinale per i bambini dai 5 agli 11 anni: “Bisogna alzare ancora la soglia di attenzione… Ciononostante, pur capendo il momento di massima allerta, non condivido i provvedimenti che vengono presi andando oltre quanto prevedono le regole stabilite… Sono fiducioso che l’Asl farà le valutazioni del caso… Anche perché è obiettivo dei sanitari aumentare le vaccinazioni, coinvolgendo i più piccoli a partire da domenica 19 dicembre.” Insomma: sarà un caso che la Asl abbia imboccato una linea oltremodo “dura” – con il rischio di paralizzare un’intera comunità – proprio a ridosso della campagna vaccinale per una fascia di età in cui è sconsigliata dai medici e gli scienziati che non si limitano a riproporre la Narrazione pandemica dominante?
La posizione, per esempio, della CMS (Commissione Medico-Scientifica Indipendente) – nata col supporto del “Coordinamento 15 Ottobre” per fare emergere la verità scientifica in un confronto trasparente con il CTS governativo – non lascia dubbi: nel documento ufficiale riportato dal Coordinamento, sono elencati i 16 MOTIVI PER DIRE “NO” ALLA VACCINAZIONE DEI BAMBINI,nell’interesse non solo dei piccoli ma dell’intera umanità. Motivi ribaditi sia dal dottore Eugenio Serravalle che dalla dottoressa Patrizia Gentilini – membri della Commissione – anche in questa occasione: “Mettere in quarantena 800 giovanissimi togliendo loro il fondamentale diritto all’istruzione non è altro che l’ennesimo sopruso nei confronti delle nuove generazioni:un atto che può solo aggravare il loro disagio psicologico senza alcun beneficio sanitario, nèper loro stessi, né per la comunità. Perché più il virus circola fra giovani e giovanissimi nei quali la malattia non comporta rischi, più si facilita la creazione di quella “convivenza pacifica” con questo virus come con tutti gli altri, che potrà permetterci di uscire davvero dalla pandemia”.
Disagio psicologico sottolineato anche dal fotoreporter di guerra, Giorgio Bianchi: “Si può immaginare che cosa comporterà nel futuro, per giovani e giovanissimi, l’aver vissuto gli anni dell’imprinting e della formazione completamente immersi in questa cappa di terrore, di segregazione, di odio, di isolamento, di distanziamento sociale ed emotivo, di normalizzazione dell’autoritarismo, e di contatti sempre più mediati dalle maschere e dai dispositivi digitali”.
Ed è proprio l’infondatezza medico-scientifica della vaccinazione ai bambini, che rende piùprevaricanti le modalità con cui viene imposta:“Fin da inizio pandemia abbiamo denunciato come l’applicazione incostituzionale dell’emergenza ai sensi della legge sulla protezione civile, costituisse tritolo alle radici del sistema delle fonti e del costituzionalismoliberale. Ma nel caso di Procida il completo disinteresse per i diritti fondamentali delle persone e in particolare dei fanciulli (peraltro coperti da apposita Convenzione costituzionale) ha raggiunto il parossismo”, sottolinea il costituzionalista Ugo Mattei.
Cui fa eco Eugenio Capozzi, professore di Storia Contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa, sottolineando: “L’eclisse del dibattito fondato sui dati di fatti e sulla catena di cause ed effetti, sostituito da parole d’ordine del tutto prive di contenuto effettivo… L’emergenzialismo sanitario creato intorno al Covid alimenta la psicosi di massa, ma contemporaneamente promette di calmarla con rimedi miracolosi e definitivi, espressi da termini che configurano un approccio ai limiti del pensiero magico. Un esempio è l’espressione “Covid free”, diffusa da quando è decollata la campagna vaccinale: si sono moltiplicati, allora, gli amministratori locali che invocavano, in vista della fine delle misure restrittive e della riapertura di attività economiche, l’inoculazione a tappeto degli abitanti per incentivare il turismo, sulla scorta della promessa veicolata da governo e Cts, di uno sradicamento totale del virus. E la rivendicazione di luoghi Covid free, totalmente “sanificati” e “sterilizzati” viene ripresa anche da Procida… Ma quando l’illusoria promessa della coincidenza tra vaccinazione e scomparsa del virus si scontra con la realtà e questi rimedi si rivelano inconsistenti, la retorica emergenzialista punta a obiettivi più ambiziosi,ma sempre più sconnessi dalla logica e dal buonsenso, generando così una spirale di crescenti paradossi, in cui alla fine quella logica illogica deraglia, va fuori controllo… e si “incarta” … Così quando Procida, come il resto del mondo, ha visto diminuire i contagi d’estate ma ricomparire in autunno/inverno, l’isola Covid free è rimasto un effimero mito, ostinatamente sopravvissuto solo nella pretesa di purificazione e protezione totale che quel mito esprimeva: cioè, la quarantena obbligatoria per gli 800 ragazzi della scuola, indipendentemente dalla positività al virus. Una decisione parossistica, frutto di una escalation non giustificata da alcun concreto allarme sanitario, e “motivata” dall’”esigenza” di impedire a bambini, fanciulli e adolescenti di frequentarsi fuori orario scolastico, nella convinzione paranoica di dover fermare ogni tipo di contagio, portando alle estreme conseguenze le prassi dei lockdown già largamente adottate, con i risultati desolanti che conosciamo… Così il sogno dell’isola Covidfree è diventato un incubo: non riuscendo a cancellare il virus con la vaccinazione totale, si pretende di fermarlo trasformando l’isola in una sorta di campo di isolamento per i giovanie magari, quando l’epidemia stagionale continuerà a diffondersi, per l’intera popolazione prima spacciata come completamente “immunizzata. Una deriva cherischia di riprodursi a livello nazionale, se qualcuno o qualcosa non imporrà in un modo o nell’altro un brusco ritorno alla ragione”.